Alpe di Succiso

La rocciosa e sottile cresta del Monte Alto e quella lunga ed erbosa dell'Alpe di Succiso. Una escursione da 10 e lode!


Prima delle tre recenti escursioni fuori porta sull’appennino Tosco-Emiliano, quella all’Alpe di Succiso ha presentato numerosissimi spunti tanto da farne un’uscita di grande interesse e varietà che vale sicuramente la pena di non mancare. Il gruppo è quello delle grandi occasioni - Alessandro, Giacomo, Augusto, Luca, Doriano ed il sottoscritto - ed anche se le previsioni meteo non sono delle più rassicuranti, tanto che le nubi a tratti già nascondono le cime che andremo a visitare, ci avviamo assai motivati sul sentiero che parte immediatamente dietro al ristorante al Passo del Cerreto. Quello che ci colpisce subito avvicinandosi lungo la strada a questo complesso montuoso è il verde acceso che copre tutto, fino alle quote più alte, sintomo di un terreno ricco di corsi d’acqua anche in quota e dove la vegetazione cresce lussureggiante lasciando ben poco spazio alla vista della nuda roccia. Il primo tratto dell’escursione scorre in piano per qualche chilometro fino al Passo dell’Ospedalaccio, attraversa della fitta boscaglia che si alterna a radure mentre in alto le nubi si fanno più fitte e nascondono alla vista gli obiettivi della giornata … e speriamo che la situazioni cambi altrimenti dovremo acquistare un pò di cartoline ai bar del Cerreto per portare a casa qualche panorama. Un’altra nota caratteristica che abbiamo subito apprezzato è l’ottima qualità e quantità della segnaletica lungo i sentieri e nei punti di snodo da cui si diramano le diverse destinazioni e punti di interesse: qui sarebbe veramente difficile smarrire la strada o mancare le vette! Il programma dell’escursione prevede come prima parte la salita al Monte Alto lungo la poderosa cresta sud che si innalza proprio in corrispondenza del pianoro dell’Ospedalaccio e sale su diritta per quasi settecento metri fino a raggiungere la cima: abbiamo letto che si tratta di un percorso spettacolare con tratti esposti ed aerei e che dovrebbe riservare delle belle soddisfazioni, sempre a patto che la visibilità migliori, e sì perché il Monte Alto sembra essere ormai preda delle nebbie! La salita si rivela subito per quel che è, bella tosta, e la traccia sale tra tornantini serrati e senza tanti sconti … il vantaggio è che si prende subito quota su pietraie di arenaria con sfumature di colori dai toni caldi che fanno un bel contrasto con il verde dell’erba. Arrivati attorno a quota 1.600 qualcosa sembra cambiare ed in effetti complice un vento teso la nebbia si muove, scomparendo a tratti e lasciando intravedere scorci su quel che ci aspetta e tratti della cresta cha abbiamo già percorso. A metà circa della salita il terreno cambia repentinamente ed i brecciai lasciano lo spazio a blocchi di roccia che bisogna aggirare o in alcuni casi scavalcare; aumenta un pò anche l’esposizione ed in alcuni tratti è bene mantenere alta l’attenzione, in particolare nel traversare tratti erbosi dove una malaugurata scivolata potrebbe comportare delle conseguenze. Si procede a lungo così, tra massi e roccioni con scenari che vanno sempre più aprendosi mentre risulta chiaro il resto del percorso lungo l’ampissimo anfiteatro che, iniziando dalla dorsale che stiamo percorrendo, va a chiudersi dalla parte opposta sul Monte Casarola descrivendo immenso arco al centro del quale è la cresta frastagliata ed impervia che scende al Passo di Pietra Tagliata. Ogni tanto il vento spinge impetuoso dai fondovalle banchi di nebbia che ci avvolgono creando un’atmosfera d’alta quota che rende il contesto ambientale ancor più selvaggio e solitario, a volte la nebbia per via del gioco delle correnti resta confinata ad un lato del crinale quasi come se vi fosse un impenetrabile spartiacque, una forza invisibile che impedisce lo sconfinamento delle nubi dall’altro lato della dorsale e così procediamo tra terra e cielo con addosso quella strana sensazione di camminare sopra al nulla! Terminata la cresta della salita, proprio sotto al blocco di roccia sommitale del Monte Alto ci avviamo per un lungo traverso su un piano fortemente inclinato per raggiungere dalla parte opposta la cresta che scende verso il Passo di Pietra Tagliata per poi di lì risalire alle pendici dell’Alpe di Succiso. A vederla da lontano la cresta in questione appariva intrigante così com’è frastagliata e poi avevamo letto della presenza di alcuni tratti attrezzati con delle brevi ferrate e dunque avremmo potuto aggiungere un pizzico di sale ad un’escursione che comunque già fino a quel punto aveva regalato delle belle emozioni. Appena intercettata la cresta nord-est del Monte Alto c’è subito da superare un grosso gendarme roccioso, una specie di dente impervio che di eleva per una trentina di metri dal terreno ed è attraversato per tutta la sua lunghezza da una fune d’acciaio che consente di affrontare l’ostacolo in tutta sicurezza; vi è comunque la possibilità di aggirare il roccione alla sua base e presentarsi dal lato opposto dove la cresta continua a scendere con tracce di sentiero ed altri due passaggi attrezzati, questi ultimi invece inevitabili perchè sarebbe toppo pericoloso provare a girarci attorno in quanto strapiombanti su tutti i lati. Superati in massima sicurezza grazie alle funi nuove e ben ancorate anche questi ultimi tratti si giunge finalmente al Passo di Pietra Tagliata, famoso valico sull’affilato spartiacque che collega il Monte Alto con l’Alpe di Succiso; se si vuole evitare il passaggio per il monte Alto il valico è raggiungibile anche direttamente con il comodo sentiero che sale dalla zona dove sono le sorgenti del fiume Secchia. Subito a ridosso del Passo di Pietra Tagliata si stagliano in cielo due caratteristici roccioni anch’essi ben attrezzati con funi nuove di zecca ed un paio gradini infissi nella roccia per superare dei lastroni altrimenti privi di ogni appiglio; anche quest’ultimo tratto si supera in sicurezza (ovviamente senza mai allentare l’attenzione) e dopo un passaggio su uno spigolo assistito da una fune si scende a riprendere il comodo sentiero che prende a salire per prati. La vetta obiettivo della giornata è ormai a portata di mano, mancano poco più di un chilometro e duecento metri di quota ed è fatta! Salendo i panorami sono sempre più aperti e belli: verde intenso dappertutto e sotto ai piedi l’ampio circolo glaciale tra il Monte Alto e l’Alpe. L’arrivo in vetta è come sempre carico di emozioni .. ma oggi lo è ancor più del solito forse per la suggestione di essere andati a prenderci una montagna così lontana da casa nostra! Seguono abbracci in tutte le combinazioni ed autoscatto di vetta, dopo di che un pò di relax e qualche panino .. dagli zaini esce di tutto ed è così che dopo aver finito il mio pranzo al sacco con un pezzo di cioccolata ricomincio daccapo partecipando alla giubilazione collettiva di un salametto molto piccante che si è portato Doriano .. vabbè tanto con tutta la strada che ci aspetta per il ritorno ne hai voglia a digerire tutto stò disordine alimentare!! Dopo la sosta in vetta la marcia riprende lungo un tratto in piano dove corre il comodo sentiero che porta alla Sella Casarola che è proprio nelle immediate vicinanze della poco marcata cima omonima; sotto alla cresta, esposte a nord, ancora resistono esili cornici di neve a ravvivare con il loro biancore una meravigliosa cartolina di questa montagna. Dal passo prende avvio il sentiero “675” che con lunghi traversi ed ampie svolte perde gradatamente quota nell’ampio vallone sotto all’Alpe sempre immerso in un manto verdissimo, si passa anche accanto ad una bella sorgente di ottima acqua che alimenta un torrentello che si infila e si perde in un profondo canalone. Dopo lungo camminare il tratto all’aperto termina ed il sentiero entra per un poco in una fitta boscaglia per poi uscirne in una piana erbosa dove ci attende un’altra grande attrazione delle giornata: le sorgenti del fiume Secchia. Ecco, vedere dove nasce un fiume è sempre molto suggestivo, ma vedere come nasce il Secchia è molto di più .. il pianoro è costellato di numerose sorgenti e vene d’acqua limpidissima che placidamente convergono tutte verso un punto dove il piano erboso finisce dentro al bosco e proprio lì, sotto ai primi alberi, si uniscono a formare quello che poi sarà un fiume! Che dire, le sorgenti del Secchia sono proprio un idillio ed è davvero difficile riprendere il cammino ed andar via da quel luogo di pace. Il sentiero rientra per un poco nel bosco e poi ne esce definitivamente sino a ricongiungersi al bivio dove diverse ore prima avevamo imboccato la salita per la cresta del Monte Alto: un bellissimo percorso ad anello si è così compiuto ed ora non resta che il tratto in piano che dall’Ospedalaccio ci riporterà al piazzale sul Passo del Cerreto. Anche se potrà sembrare un mantra quello di dirci ogni volta che questa è stata una tra le più belle escursioni … ebbene questa all’Alpe di Succiso effettivamente lo è stata per l’ampia varietà degli ambienti attraversati, per i tratti esposti, per le mani sulla roccia, per l’erba alta, per le sorgenti ed i torrentelli … insomma ne è valsa veramente la pena fare tanta strada in auto per togliersi così tante e tante soddisfazioni!! Dati essenziali dell’escursione descritta Lunghezza poco più di 15 chilometri. Dislivello in salita complessivo 1.100 metri. La salita al Monte Alto presenta nella parte sommitale alcuni tratti esposti e con fondo scivoloso che richiedono attenzione e passo fermo, da evitare se il terreno è bagnato. I tratti di via ferrata sono ben tenuti e sicuri, ciò non di meno richiedono adeguata attenzione specialmente se si procede senza assicurazioni.